Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Manuale Seicento-Settecento

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Argan, Giulio 33 occorrenze

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due poli, infine, dello stesso problema. Nato in Lombardia nel 1571, il Caravaggio fu scolaro a Milano di Simone Peterzano, un manierista che si

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Le opere «chiare» dello stesso periodo (il Bacco, il Suonatore di liuto, la Buoua ventura) confermano questa posizione polemica: il Caravaggio

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. Lo stesso lampo di luce rivela i tre momenti della vicenda: il santo strappato dall’altare e colpito dai carnefici; lo sgomento e la fuga degli

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di Saulo. Fu probabilmente lo stesso Caravaggio (Spezzaferro) a volerla sostituire con l'attuale, che dà il fatto come appena accaduto, l’istante di

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critici del Seicento, il Caravaggio apre la via alla pittura di genere, specialmente alla natura morta; egli stesso affermava che non v’è differenza

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(acquista, per conto del duca di Mantova, la Morte della Madonna, rifiutata dalla chiesa di Santa Maria della Scala). Lui stesso infine colleziona gemme

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, non sarò io stesso, forse oggetto di spettacolo?

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per se stesso; non ha allievi, se non qualche precocissimo seguace, di cui non abbiamo elementi sufficienti per valutarne l’opera; ad eccezione di

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soddisfa: è infatti (Jaffé) lo stesso Rubens ad offrirsi di sostituirlo con un altro, ben più impegnativo: invoca i «perversi lumi» e la «sciagurata luce

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secondo la diversa reazione di uno stesso colore alla luce. Il DOMENICHINO (1581-1641) ha il programma, non la sensibilità morale del Reni. Segue il

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Bologna, nell’ambito di Ludovico, la cui pittura evolve, nell’ultimo decennio del secolo, in senso nettamente emotivo, neoveneto; lo stesso Guercino

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angeli galleggianti in una luce dorata; sfrutta la luce naturale per isolare, nel lanternino, il Cristo che emana, lui stesso, luce. Nel grande

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esistenti nello stesso paesaggio di cui si vedono soltanto, immanenti alle figure stesse, pochi i frammenti: un lembo di corteccia e una fronda d’albero

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stesso complesso. l lavori per San Pietro si succedono per più di quarant’anni senza un programma, ma con una coerenza perfetta: come un’idea che vada via

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quattro pilastri, con due ordini di nicchie. ln quelle in basso, più profonde, Bernini colloca quattro statue gigantesche; ne esegue l una lui stesso

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ricurvo ripropone, in sostanza, lo stesso problema. Anche in Santa Maria in via Lata (1658-1662) il Cortona costruisce la facciata di una chiesa già

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: lo stesso Bernini attraversa un periodo «classicista», mentre Borromini si forma addirittura nel cantiere vaticano, collaborando con il Bernini all

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berniniana di Urbano VIII, posta nello stesso ambiente pochi anni prima: ma Algardi spezza la gran diagonale formata dalle braccia e dalla cappa

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pascaliani della «géométrie» e della «finesse»; come Montaigne, avrebbe potuto confessare che in fondo dipingeva sempre per se stesso, né c’era altro da

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nature morte di Luca Forte. Si spiega: non esiste a Napoli una tensione tra la tradizione manierista e le correnti rinnovatrici, e il Caravaggio stesso

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Domina, fino alla morte, ma anche dopo, la pittura napoletana; è conosciuto dappertutto, le sue opere sono richieste in tutta Italia, lui stesso si

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frequenti da sprigionare luce dall’impasto stesso, animatissimo, del colore a tocco. E, la sua pittura, il «miracolo tecnico» del Seicento napoletano: da

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fiorire di un’ottima pittura di genere (natura morta, paesaggio, animali? spesso va molto al di là dei limiti «genere» stesso: come nei raffinatissimi

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soggetti. In ogni caso, più che fare qualcosa con la pittura si vuol «fare la pittura» allo stesso modo che i musicisti del tempo, più che esprimere

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, di simultaneo rispetto per la verità e per il, prossimo. Lo stesso atteggiamento, ma con più scoperte note di pietismo, si nota nel Morazzone. È

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È facile intendere come il gusto della verità e la rinuncia ad ogni appariscente rettorica conducessero a porre sullo stesso piano di valore la

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che le traduca in realtà, una tecnica. La tecnica, nello stesso tempo, fenomenizza e verifica il processo della mente; e questo, mirando a Dio, è

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Settecento in Inghilterra, sarà una tecnica fondata sulla scienza, allo stesso modo che la tecnica della produzione artigianale, di cui si approssima

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proponendosi di fissare a sua volta un tipo che fosse la sintesi e, nello stesso tempo, la rettifica delle diverse soluzioni. Orienta l’ovale dell

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studiare scultura a Venezia. Le prime opere sono del 1773, ma soltanto nel ’79 si afferma con un’opera importante, Dedalo e Icaro. L’anno stesso va a Roma

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fuorviato perché egli stesso l’ha, in gran parte, formato e diretto. Un artista impegnato e cosciente come il Canova dev'essere discusso per le opere

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A Roma, il processo di idealizzazione si precisa come processo di sublimazione. Lo stesso Canova non parla di «invenzione» ma di «esecuzione sublime

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, il suo significato cioè, sarà sempre lo stesso. Ma un empirismo radicale è già un idealismo potenziale poiché, se tutto è nel «percepito» e nulla al di

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